“Leonardo da Vinci vedeva
alberi, paesi, battaglie e
tante altre immagini nelle macchie
che trovava sui vecchi muri.
Shakespare vedeva draghi e
altri animali nelle forme delle nuvole.
Bernardone non vedeva niente altro
che nuvole nelle nuvole e
macchie nelle macchie.”
Bruno Munari
Questa collezione nasce dall’amore di Iorio per la sua terra, ricca di contraddizioni, sorta alle falde del Vesuvio, affascinate e spaventosa, potente e fragile, ricca di bellezza e abbandonata all’incuria. Sono scatti che vanno oltre la visone della realtà. Ci raccontano la storia di un semplice muro, che ha vissuto e respirato l‘aria del posto…forgiato e consumato dalla salsedine del mare, dal vento del Vesuvio che porta i segni del tempo che passa…le impronte delle mani che lo hanno toccato…dei giochi dei bambini. Raccontano la storia di un occhio in grado di ricercare e trovare la bellezza in ogni dove, fino a raggiungere una visione in grado di far sognare, un nuovo soggetto con nuove caratteristiche ed un nuovo significato . E’ spesso soggettiva, intima, personale e mai univoca. Sono scatti che raccontano la personalità del suo autore, del suo intimo modo di vedere, di come ha sentito battere il cuore in quell’attimo in cui la realtà si fonde con la creatività e la fantasia.
Le fotografie di Iorio assumono uno scopo didattico: ricoprono la funzione di sensibilizzare l’osservatore all’attenzione dei dettagli. Da un” intonaco deteriorato” arrivano scatti che nascondono immagini a più sublivelli, avvertibili dapprima solo inconsciamente.
Intonaci riaffiora con un’ispirazione che viene da lontano, dai lavori di ristrutturazione che Iorio esegue già da ragazzo e durante i quali si fermava, rapito, per catturare istantanee.
L’osservatore guardandole, impara a guardare: chi vede l’interpretazione dell’artista, chi vede una propria interpretazione, esercitando la sempre più atrofizzata fantasia, chi non vede altro che intonaco. E non c’è interpretazione sbagliata: l’opera diventa metafora dell’Io, ogni interpretazione è giusta in quanto già intrinsecamente tale.
In questo senso la serie di fotografie si pone sia in maniera attiva che passiva, con una connotazione sociale contro il sistema dell’omologazione mentale.
Stimolo, passione, arte e coerenza: sono i cardini che permettono all’opera di non essere solo un mero esercizio, ma anche un canale emotivo, una via verso la riscoperta del sé, della personalità e dell’individuo, desiderio – mai sopito, dell’artista – di poter cambiare il mondo partendo dal suo enunciato minimo: la persona.
Intonaci è una serie di ventidue fotografie, sedici delle quali in formato quadrato cm. 80×80, le restanti sei, in formato rettangolare cm.80×120.
In ogni foto, nel loro titolo, nel loro ordine sono presenti la visione e il concept di Iorio, da un lato però, perfettamente consapevole dell’apertura all’interpretazione di chi guarda, dovuta proprio alla natura pareidolica dell’opera in sé.
Intonaci
This collection was born from Iorio’s love for his land, full of contradictions, built at the foot of Vesuvius, fascinating and frightening, powerful and fragile, rich in beauty and abandoned with no care. They are photo shoots going beyond the vision of reality. They tell the story of a simple wall, which lived and breathed the air of that place… forged and consumed by the sea salt, from the Vesuvius wind bearing the marks of time… the fingerprints of the hands that touched him… of children’s games. They tell the story of an eye able to search and find beauty everywhere, until a vision that can make people dream, a new object with new characteristics and a new meaning. It is often subjective, intimate, personal, and never univocal. They are shots telling the personality of their author, of his intimate way of seeing, his heartbeat in that moment, when reality merges with creativity and imagination.
Iorio’s photographs have a didactic purpose: holding the function of focusing the spectator attention to the detail. By a “plaster deteriorated” are derived shots hiding images to multiple sublevels, noticeable only subconsciously at first sight.
Intonaci arises with an inspiration that comes from afar, from the renovation works that Iorio was already doing when a boy and when he used to stop, caught, to capture photo shoots.
The spectator, looking at them, learns how to look: who sees the interpretation of the artist, who sees his own interpretation, exercising the even more atrophied imagination, who sees nothing but plaster. And there is no misinterpretation: the work becomes ego metaphor, each interpretation is correct because already inherently true.
In this sense the series of photographs arises in both active and passive manner, with a social connotation against the mental-approval system.
Stimulation, passion, art and coherence: these are the hinges that allow the work to be not just a mere exercise, but also an emotional channel, a path to the rediscovery of ourselves, the personality and the individual, desire – never faded, of the artist – of being able to change the world starting from its minimum statement: the person.
Intonaci is a series of twenty-two photographs, sixteen of which are in square format cm 80 × 80, the remaining six in rectangular format 80 cm × 120.
In each photo, in their title, in their order are present Iorio’s vision and concept, on the other hand, however, well aware of the opening to the interpretation of the spectator, due to the pareidolic nature of the work itself.